Un intervento di altissima complessità, condotto con chirurgia robotica, ha permesso a una donna trentenne, madre di due figli, di tornare a una vita normale dopo una serie di complicanze seguite a un parto cesareo. L’operazione, infatti, le aveva causato un grave danno degli ureteri (i sottili e delicati canali che connettono i reni alla vescica) e ridotto la pelvi a un’unica cavità in cui confluivano utero, vescica e vagina, rimasti lacerati. A riportare la donna a una condizione di vita normale, l’équipe di Urologia dell’Ospedale San Camillo di Roma, guidata da Paolo Emiliozzi, che ha eseguito un intervento di chirurgia esplorativa robotica.
Alla paziente è stato prima ricostruito l’utero, grazie anche alla collaborazione intraoperatoria di Giovanna Salerno, primaria della Ginecologia e Ostetricia, e in seguito i tessuti precedentemente danneggiati. Oggi la giovane mamma ha ripreso una vita normale, senza bisogno di ulteriori interventi o terapie.
“Si è trattato di un caso limite – spiega Emiliozzi – che ha richiesto competenze multidisciplinari e l’uso della chirurgia robotica ai massimi livelli. La possibilità di ridurre i movimenti a 1/6 rispetto a quelli della mano umana ci ha permesso di intervenire in uno spazio anatomicamente devastato, salvando organi vitali. Ma la più grande soddisfazione è stata restituire il sorriso dopo tanti mesi ad una giovane mamma”.